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"Perché mai cadere sul quasi niente, che è poi quello che regge il tutto?" disse il capo del personale all'aspirante giovane manager, prima di metterlo alla porta per una goccia di caffè sulla cravatta. In ventisei brevissimi racconti, Pier Luigi Celli ci narra di manager licenziati, di accademici che rovinano un'impresa nella convinzione che la "teoria venga prima della pratica", di chi, insomma, l'impresa la sta vivendo dalla sponda dei perdenti. Quella di Pier Luigi Celli è una raccolta di situazioni amare, ironiche, incentrate sul lavoro ma che con il lavoro vero e proprio hanno poco a che fare. Celli preferisce, infatti, raccontare i condizionamenti che questo produce sui rapporti umani, della solidarietà spesso sostituita da una fredda ironia. Ma il libro è anche una raccolta di stili letterari. Dalle punte di acceso lirismo della poesia al padre, si passa ai toni comici e dialettali dello scassinatore Franchino di Torre Spaccata; dallo stile tragico e melanconico del giovane senza lavoro alla satira del manager rampante.